Benevento, mercoledì 10 Febbraio 2010:
Questi giorni di grande attesa per il festival di Sanremo, dove tutti parlano dell'esclusione di Morgan, sugli ospiti internazionali e tante altre cose inutili che nulla o poco hanno a che fare con la vera musica, mi hanno fatto riflettere parecchio sullo stato e sul livello del movimento musicale italiano rispetto agli altri paesi (anglosassoni, in particolare) nel corso dell'ultimo secolo.
Dopo varie analisi e riflessioni sono giunto ad una conclusione; La musica Italiana, nel corso dell'ultimo secolo, non ha prodotto nessun risultato di rilievo.
Mentre in America e in Inghilterra nel corso dei decenni si sono sperimentate nuove sonorità che hanno fatto nascere veri e propri movimenti culturali (basti pensare alla Beat Generation o al movimento Punk negli anni 70), in Italia ci si limitava ad ascoltare sempre la solita musica popolare o tuttalpiù copiare le sonorità che provenivano dall'estero e riadattarle per renderle più fruibili all'ascoltatore italiano medio. Il tutto condito da un'assenza di cultura in ambito musicale a dir poco terrificante. Basti pensare all'educazione musicale che si insegna nelle scuole medie inferiori; un'ora striminzita alla settimana che viene vista dagli alunni più come di svago piuttosto che di lezione. Tutto questo porta ad un'unica conclusione; la vera piaga della musica italiana è la mancanza di cultura.
Inutile dire che in questo mare di ignoranza l'industria musicale ci sguazza beatamente, raccogliendo incassi record semplicemente riproponendo la solita "canzonetta" che si ascolta in radio o alla tv fino alla nausea.
Ovviamente il problema della musica "profit oriented", quella che viene creata al solo scopo di vendere il più possibile senza farsi particolari scrupoli sulla qualità del prodotto che si propone al pubblico, non è solo un problema italiano, ma tuttavia se all'estero alla cultura "mainstream" si affianca quella indipendente, che non guarda al profitto ma alla creatività, nel nostro belpaese la musica commerciale regna sovrana, shiacciando sotto il suo peso il già minuscolo movimento indipendente italiano. All'estero c'è possibilità di scelta da parte dell'ascoltatore e la musica indipendente viene valorizzata e in molti casi anche esportata all'estero (basta vedere la miriade di band indie inglesi di quest'ultimo decennio).
Ovviamente il problema della musica "profit oriented", quella che viene creata al solo scopo di vendere il più possibile senza farsi particolari scrupoli sulla qualità del prodotto che si propone al pubblico, non è solo un problema italiano, ma tuttavia se all'estero alla cultura "mainstream" si affianca quella indipendente, che non guarda al profitto ma alla creatività, nel nostro belpaese la musica commerciale regna sovrana, shiacciando sotto il suo peso il già minuscolo movimento indipendente italiano. All'estero c'è possibilità di scelta da parte dell'ascoltatore e la musica indipendente viene valorizzata e in molti casi anche esportata all'estero (basta vedere la miriade di band indie inglesi di quest'ultimo decennio).
Tutto questo in Italia non esiste. Anche se negli ultimi anni il web, e in particolare i servizi di social network appositi come Myspace hanno migliorato un pò la situazione, gli artisti emergenti hanno pochissimi mezzi per far conoscere e distribuire la propria musica all'ascoltatore medio. Anche perchè la diffusione di un grande strumento di democrazia e di partecipazione sociale come internet è ancora scarsa; basti pensare che solo il 39% delle famiglie italiane possiede una connessione a banda larga per comprendere lo stato di arretratezza in cui l'italia si trovi rispetto agli altri paesi.
A questo punto una domanda sorge spontanea: "Cosa possiamo fare noi per cambiare questa situazione?" A questa domanda rispondo che dobbiamo essere noi i primi a far cambiare lo stato attuale delle cose, a passare all'azione, perchè è inutile aspettare che il mondo cambi, perchè il mondo siamo noi.
Ed è per questo motivo che ho deciso di prendere l'iniziativa e di dar vita al progetto "E.I.S." (Emerging Italian Sounds: "Suoni Emergenti Italiani"), in cui i nuovi artisti indipendenti possano illustrare gratuitamente, senza registrazione e senza vincoli, le proprie opere al pubblico.
Aderire all'iniziativa è facile: è sufficiente contattarmi e inviarmi il vostro materiale (di qualsiasi genere musicale) o un link al vostro sito o account myspace. Ogni settimana aggiornerò una rubrica apposita sul blog con tutto il materiale che mi avrete inviato, diviso per generi musicali.
Non ci sarà alcun tipo di selezione; tutto il materiale che mi invierete sarà pubblicato nell'apposita rubrica.
I metodi per contattarmi sono i seguenti:
Non ci sarà alcun tipo di selezione; tutto il materiale che mi invierete sarà pubblicato nell'apposita rubrica.
I metodi per contattarmi sono i seguenti:
- E-mail all'indirizzo: Giufrat@gmail.com
- Twitter: messaggio all'account "Indiewayoflife"
- Facebook: Messaggio all'account "Giuseppe Frattasi" o alla pagina "Indie Way Of Life".
La condivisione è di fondamentale importanza per la riuscita dell'iniziativa. E' molto importante quindi che condividiate il più possibile con qualsiasi mezzo a vostra disposizione. Potete quindi aderire all'iniziativa anche se avete qualche amico o conoscente musicista. L'importante è spargere la voce. Facciamo capire a tutti che in Italia ci sono ancora artisti che sanno veramente cosa significhi "fare musica".
Voi, artisti indipendenti, che non vi arrendete alle logiche di mercato, ai mass media, ad una società ormai corrotta fino al midollo, e che continuate, nonostante tutto, a produrre musica senza scendere a compromessi con nessuno. siete i veri eroi dei nostri tempi!
Dimostriamo a tutti il grande potenziale di internet, spargiamo la voce e dimostriamo a tutti che in Italia c'è ancora gente che ragiona con la propria testa.
Dimostriamo a tutti il grande potenziale di internet, spargiamo la voce e dimostriamo a tutti che in Italia c'è ancora gente che ragiona con la propria testa.
VIVA LA VERA MUSICA!!!
Giuseppe Frattasi
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