In questi ultimi anni si è parlato tanto della pirateria musicale, del file sharing, dove chiunque può trovare un'album e scaricarlo comodamente seduto davanti al suo pc. Per molti la causa dell'attuale declino dell'industria musicale è da attribuire proprio a questo fenomeno ormai sempre più dilagante, e alcuni stati (come la Francia) hanno già iniziato a imporre leggi severe sul file sharing. In questa vera e propria battaglia contro la pirateria, si sentono ogni tanto delle voci fuori dal coro, come quella di Ed O'Brien, chitarrista dei Radiohead, la band che forse più di tutte ha sempre sperimentato nuovi metodi di fare e disitribuire musica: basti pensare a "Kid A", uno dei migliori album del decennio, che venne distribuito come un album "non commerciale", senza singoli o videoclip che lo promuovessero, oppure l'ultimo album "In Rainbows", che fu reso disponibile direttamente sul sito ufficiale della band, dove l'utente poteva scegliere se e quanto pagarlo ("Pay as you want it"). Queste le dichiarazioni di Ed O'Brien:
“Devo ammettere che ho un pò di problemi quando mi tocca ascoltare il parere di discografici che vengono da me affermando che la pirateria sta assassinando la musica e di conseguenza i loro affari. Il mio punto di vista è che si, i pirati non comprano i dischi che scaricano tramite il P2P, ma comunque reinvestono i loro soldi andando a vedere più concerti, o comprando semplicemente più magliette dei loro cantanti e gruppi preferiti"
Non dimentichiamo che siamo nell’era digitale, e che i discografici, per rimanere a galla, devono rimodulare il loro modello di business esattamente come in qualsiasi altro settore coinvolto dall’avvento di Internet. Qualche idea al riguardo? Bisogna dare spazio ad artisti e generi musicali considerati attualmente di nicchia, e c’è da riorganizzare i siti che vendono legalmente album e brani, proponendoli al pubblico ad un prezzo equo per concorrere concretamente con il P2P, altrimenti la gente continuerà giustamente a reagire all’ottusità dell’industria musicale sentendosi in diritto di scaricare canzoni senza pagare nulla.”
Dichiarazioni giustissime, visto che Ed dichiara quello che gli utenti chiedono a gran voce da anni: Prezzi equi, più spazio agli artisti emergenti, riorganizzare i siti che vendono musica on-line. Queste sono, secondo me, le soluzioni giuste per contrastare la pirateria, che non è un problema in sè, ma è solo una soluzione sbagliata al vero problema dell'industria musicale; la distribuzione. Se i prezzi sono alti e non si lascia spazio agli atristi emergenti, le persone continueranno a scaricare illegalmente, perchè si sentono giustamente truffate dall'industria musicale e cercheranno sempre vie alternative (come la pirateria) per arrivare alla propria musica preferita. E' questo il vero problema, non è necessario accanirsi contro chi scarica musica dai siti di file sharing, ma bisogna invece cambiare completamente il modo in cui si distribuisce la musica oggi. E voi, cosa ne pensate? Le dichiarazioni di Ed O'Brien sono giuste o pensate che si debba intervenire diversamente?
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